Onorevoli Colleghi! - Abituati oramai a sopravvivere nell'indifferenza e sopraffatti dalla convinzione di essere approdati con la modernità a una soglia impareggiabile di civiltà, troppo spesso cancelliamo automaticamente fatti delittuosi aberranti confinandoli tra le trame della follia umana. Lo sconvolgimento emotivo iniziale che proviamo nel leggere le notizie riportate dalle cronache cittadine che ci raccontano il ritrovamento di neonati, vivi o morti, nei contenitori di raccolta dei rifiuti si attenua con il passare del tempo fino a quando l'evento non si ripresenta in tutta la sua drammaticità, lasciando senza risposta quella che dovrebbe essere la domanda allo stesso tempo più logica e terribile: «E gli altri?». Gli altri che hanno pianto debolmente e nessuno ha sentito, e che sono morti soffocati dai miasmi in pochi minuti o, ancora peggio, sono finiti vivi negli ingranaggi dei mezzi di trasporto delle immondizie. Il legislatore, avendo da tempo intuito come l'azione penale si riveli del tutto insufficiente, ha introdotto la possibilità del «parto anonimo» presso le strutture ospedaliere. Ma anche questa soluzione non ha prodotto risultati soddisfacenti. L'ospedale, specialmente nei piccoli centri, è un luogo al quale ci si presenta con la propria nudità dichiarata, dove è facile essere riconosciuti. In pratica l'anonimato è solo ufficiale, il figlio non è legalmente riconosciuto ma la madre resta persona nota. È necessario affiancare a questa pur giusta intuizione nuovi strumenti che possano garantire adeguate risposte alle richieste di aiuto delle donne

 

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che non vedono altra possibilità, dopo aver portato a termine una gravidanza difficile, se non quella di celare la propria identità nell'anonimato e allo stesso tempo, amando la vita, assicurare un futuro al proprio figlio. Il neonato può essere salvato soltanto garantendo un vero anonimato. Ecco allora la necessità di una legge per la riapertura di quella che anticamente veniva definita la «ruota degli innocenti». Un luogo ovviamente consono al nostro tempo, situato presso punti di accoglienza monitorati ventiquattro ore su ventiquattro dove il neonato possa essere lasciato in piena sicurezza e riservatezza.
      Il testo della presente proposta di legge si compone di sei articoli. L'articolo 1 prevede una novella all'articolo 591 del codice penale (abbandono di persone minori o incapaci) finalizzato a sopprimere la fattispecie di reato di abbandono nel caso in cui il neonato sia consegnato in una delle strutture istituite a tale scopo e secondo le modalità e i princìpi stabiliti dalla presente proposta di legge. L'articolo 2 prevede che i comuni, in collaborazione con le aziende sanitarie locali territorialmente competenti, istituiscano punti di accoglienza del neonato presso i presìdi ospedalieri o altre strutture accreditate del Servizio sanitario nazionale. Inoltre stabilisce che spetta ai comuni sovrintendere all'organizzazione e al corretto funzionamento del punto di accoglienza, provvedendo, altresì, alla nomina di un responsabile amministrativo. L'articolo 3 stabilisce i requisiti minimi organizzativi e funzionali che devono essere garantiti dai punti di accoglienza al fine di assicurare l'anonimato della madre e il benessere psico-fisico del neonato. L'articolo 4 istituisce un numero verde nazionale che fornisce informazioni sulla localizzazione e sul funzionamento dei punti di accoglienza e che riceve eventuali segnalazioni anonime relative a neonati abbandonati. L'articolo 5 stabilisce le sanzioni nel caso in cui sia violato il diritto di accesso gratuito al centro di accoglienza o il diritto all'anonimato della madre. In conclusione, l'articolo 6 prevede la necessaria copertura finanziaria.
      Certi che la ratio che ha ispirato questa proposta di legge possa essere condivisa in modo bipartisan da tutti gli schieramenti politici, ne auspichiamo una rapida approvazione convinti come siamo che anche se non sarà la soluzione definitiva al problema doloroso dell'abbandono dei neonati possa servire a fornire uno strumento in più a tutela della vita che nasce.
 

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